Piante in viaggio

 

 Le protagoniste

 

# A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z

PALMA DA OLIO: Un punto di equlibrio

Oggi molte pubblicità ci tengono a dire che non compare l’olio di palma fra gli ingredienti dei loro prodotti alimentari. Mi sono chiesto perché. Sapevo già che sia la Malesia che l’Indonesia sono sotto accusa da tempo per il danno che stanno arrecando alla biodiversità del pianeta. Tutto ciò succede nel Borneo, la grande isola dell’arcipelago, che ospita gli ultimi esemplari di oranghi. Questi splendidi Primati, parenti stretti della specie umana, oggi rischiano l’estinzione a causa della espansione di una coltura, quella della palma da olio. Dove si coltiva la palma da olio, la foresta primaria scompare, e con essa gli oranghi. Forse c’è dell’altro, ma mi fermo qui. Vediamo invece che cosa è la palma da olio, e quali prodotti fornisce.

La palma da olio (Elaeis guineensis), una delle piante più rilevanti da un punto di vista economico nel mondo, non è affatto originaria dell’Indonesia, bensì dell’Africa nera: “guineensis” indica proprio la provenienza dal golfo di Guinea, con gli Stati della Nigeria, del Congo, del Ghana.

Questa grande palma ha un unico fusto alto fino a 20 (30) m, con le basi fogliari che persistono a lungo nella parte sommitale. La folta chioma verde brillante è fatta da foglie pennate, di 4 m di lunghezza, con il picciolo spinoso e l’apice un poco ripiegato verso il basso; le foglioline, lunghe in media sui 70 cm, si inseriscono sul rachide con diverse angolature. Sullo stesso esemplare si trovano sia fiori maschili che femminili, disposti in infiorescenze compatte. I frutti, che maturano numerosi (fino a 2.000) in grossi grappoli sferici, sono ovoidi, intorno a 4 cm, solitamente di colore nerastro e rosso arancio alla base; hanno un nocciolo duro e una polpa morbida composta per il 40-65% di olio.

La fruttificazione è abbondante e continua durante il corso dell’anno; i frutti sono però rapidamente deperibili, motivo per cui devono essere lavorati immediatamente dopo il raccolto. La temperatura ideale per la crescita di questa Arecacea è compresa fra i 24° e i 27°; la palma da olio necessita inoltre di ambienti umidi, poiché si procura l’acqua non solo dal suolo, ma anche dalla umidità atmosferica.

Dai frutti si ottiene un denso olio di colore rosso, dai noccioli (semi) invece si ottiene una sostanza burrosa nota come olio di palmisto. Entrambi sono largamente utilizzati in campo alimentare grazie alla loro alta digeribilità (sono ricchi in carotene e in vitamina A); trovano numerosi impieghi anche in prodotti per l’igiene personale (saponi, detergenti ecc.), e di molti altri prodotti industriali. Sta aumentando infine il loro sfruttamento nel setttore dei combustibili alternativi (biodiesel).

Insomma, l’olio di palma non fa affatto male, anzi, ma in qualche modo bisognerà trovare un punto di equilibrio fra ecologia ed economia. Come al solito, direi.

Ultime piante inserite