Piante in viaggio

 

 Le protagoniste

 

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GIRASOLE: Un bel fiore fuori posto

Indagando sull’origine delle piante, mi capita spesso di trovare qualche accostamento che stride, che stona, che non mi quadra. Ad esempio noto se uno chef troppo creativo mi inserisce un ingrediente sudamericano (tipo patata, pomodoro o peperoncino) nella ricetta di un piatto spacciato per piatto di origine medievale, quindi precolombiano; oppure quando, passeggiando nel parco naturale di Portofino, mi imbatto in una sequoia (californiana) o in un abete di Spagna piantati da certi amanti del verde a tutti i costi.

È la stessa sensazione che provo quando vedo immagini di campi di girasole proposti come tipico paesaggio toscano dalla iconografia turistica ufficiale, con tanto di foto di copertina… può darsi che sia diventato tipico oggi, ma non lo era ieri, ai tempi di Dante, come non lo era per tante altre parti d’Europa. Il girasole, l’Helianthus annuus, è nordamericano, non mediterraneo. Ha più diritto di fare da sfondo nei film sugli Indiani delle Grandi Pianure, delle quali in effetti è originario. E comunque non così, come siamo abituati a vederlo oggi, in monocoltura di esemplari tutti uguali, al massimo dovremmo ammirare un suo fiorellone ogni tanto, in mezzo alle praterie del Kansas… solitario come probabilmente fu quando arrivò in Europa, ospite apprezzato dei giardini della nobiltà dell’epoca.

In teoria, quando vediamo un girasole dal vivo, possiamo richiamare alla mente i girasoli di Van Gogh, più che l’olio di semi che normalmente usiamo per friggere. E lo riconosciamo facilmente: il girasole è una grande Asteracea annuale, dalla lunga radice a fittone da cui partono radici secondarie. Il fusto, robusto e cavo, scanalato, si alza fino a 2-3 metri, piegandosi poi sotto il peso della infiorescenza. Le foglie, alterne e con lungo picciolo, sono ruvide al tatto; hanno lamina ovata percorsa da 3 nervature evidenti, e margine dentato. I grossi capolini (anche 30 cm di diametro) sono formati da fiori periferici ligulati, sterili e gialli, e da fiori interni, tubulosi, ermafroditi e bruni; la disposizione di questi ultimi nel disco fiorale rispecchia interessanti regole matematiche. Proprio un bel fiore, non c’è dubbio.

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