Piante in viaggio

 

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TUNG: L’olio di noce della antica Cina

Nel Milione si legge: “I Cinesi prendono un po’ di limoni e di canapa a pezzi, e li schiacciano insieme a un certo di olio ottenuto da una pianta legnosa; quando i tre ingredienti sono ben amalgamati, ottengono una specie di colla, e con questa mistura si pagano le loro navi.”

La pianta legnosa a cui fa riferimento Marco Polo è probabilmente il tung, classificato oggi come Vernicia fordii, esponente della famiglia delle Euphorbiaceae. È un albero caducifoglio, di piccola o media grandezza (fino a 20 m), con ampia chioma; dalla corteccia, liscia e sottile, sgorga latice nel caso di tagli o incisioni. Le foglie sono alterne e semplici, di dimensioni varie, con un lungo picciolo. I fiori si dispongono in grappoli terminali, di solito poco prima della perdita delle foglie; sono di sessi diversi, e non solo sulla stessa pianta ma addirittura nella stessa infiorescenza; hanno cinque petali bianco rosati con striature porporine. Il frutto è una bacca subglobosa, prima verde poi bruna a maturità, contenente 4 o 5 grossi semi oleosi.

Il tung giunge proprio dalla Cina, ma si trova in Natura anche nelle aree limitrofe di Taiwan, Birmania e VietNam. Risulta ampiamente coltivato ai Tropici, dove si è spesso spontaneizzato. Ci hanno tentato più volte, gli Statunitensi, a coltivare nelle loro terre la pianta dell’olio di tung: prima in California, dove però il clima si era rivelato troppo secco, poi negli Stati che si affacciano sul golfo del Messico, ma hanno dovuto fare i conti con gli uragani, che spesso ne hanno distrutto le colture (ad esempio l’uragano Camilla del 1969). Oggi la gran parte dell’olio di tung viene dalla Cina tropicale, ed anche per questo è chiamato olio di noce cinese.

Viene impiegato direttamente come combustibile per illuminazione, come carburante a scopi agricoli, come solvente in vernici e coloranti, e come olio per oggetti e finiture in legno. Il legno del tung, molto leggero, viene talora adoperato alla stregua del legno di balsa (Ochroma pyramidale). Non ha invece proprietà mediche, risultando tossico in molte sue parti, a partire dai semi stessi.

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