Sinceramente, faccio un po’ fatica a vedere in questa umile piantina dalle foglie rotonde il simbolismo di una tigre: ma tant’è, la centella viene definita spesso, dalle immaginifiche culture orientali, come “la tigre del prato”, ed io non posso che adeguarmi.
La centella è la Centella asiatica, una pianta che abbiamo imparato a conoscere indirettamente, leggendola fra gli ingredienti dei molti preparati che riempiono gli scaffali delle nostre farmacie. Si incontra in Natura nelle zone tropicali umide del Vecchio Mondo come Africa ed Asia tropicale (forse è originaria proprio dell’Indonesia), e in Oceania (nord dell’Australia, Melanesia).
La centella è apprezzata in tutte le medicine orientali (cinese, ayurvediva) ed anche in quella africana. Fra le sue numerose proprietà terapeutiche, ci sono quelle toniche e depurative, antiartritiche ed antireumatiche, coadiuvanti del sistema nervoso (memoria). Fra gli usi esterni oggi ci sono soprattutto quelli dermatologici e cosmetici, di sempre maggiore successo: la centella è indicata come cicatrizzante, antisettica, contro le vene varicose, le infiammazioni oculari, e – non da ultimo – le rughe da vecchiaia e la cellulite. La “tigre del prato” ha dunque buon gioco nell’affermarsi in una società in cui l’estetica conta sempre molto…
Nei siti Internet, spesso trovate la centella con il nome indonesiano originale di “gotu kola”, ma la sua classificazione botanica è tuttora incerta: in effetti assomiglia poco ad un Ombrellifera, come ad esempio prezzemolo, coriandolo, carota o finocchio, e viene comunque inserita in una sottofamiglia a parte fra le Apiaceae, quella delle Mackinlayoideae.