CACAO: Una lenta conquista del mondo
La storia della diffusione del cacao nel mondo ci racconta di diverse fasi, dato che non subito il cacao – e quindi il suo derivato principale, la cioccolata – raggiunse il successo che può vantare oggi.
Dagli Atzechi il cacao veniva perciò coltivato già in epoca precolombiana, e lo dimostra il fatto che alcuni popoli che abitavano le zone dell’attuale Messico utilizzavano i semi come mezzo di pagamento di tributi alla classe dirigente dell’Impero di Montezuma. Si dice che lo stesso Montezuma fosse un grande consumatore di cacao: ne beveva circa 10 tazze al giorno.
Il cacao non ebbe subito successo presso i Conquistadores, e neppure in Europa. Fino al XVIII secolo, la coltivazione industriale del cacao fu confinata all’America tropicale ed in particolare al bacino di Maracaibo, nell’attuale Venezuela. Verso la fine del ‘700, in concomitanza con una domanda più diffusa in Europa di cacao e del suo derivato (la cioccolata), si tentarono alcune piantagioni in Giamaica e nelle Antille, con risultati tuttavia modesti. Durante l’Ottocento, a seguito delle guerre di indipendenza dalla Spagna e di alcune lotte interne, l’area venezuelana perse il primato nella produzione del cacao e, in poco tempo, l’Ecuador divenne il maggior esportatore mondiale.
Alla fine del secolo XIX, le piantagioni di cacao si diffusero in Brasile (che divenne il secondo produttore dopo l’Ecuador), nell’isola di Trinidad e in alcune zone dell’Africa (isola di Sao Tomé, isola di Fernando Poo, Nigeria e Ghana). Nei primi del ‘900, la produzione del cacao crebbe notevolmente: il continente africano diventò il maggior produttore; inoltre le piantagioni si estesero anche ad aree come Sri Lanka, Samoa, Giava e Malesia.
Ancora oggi l’Africa detiene questo primato: gli Stati che si affacciano al golfo di Guinea danno il 70% della produzione mondiale. I maggiori produttori americani di cacao sono Brasile (con il 15%), Santo Domingo, Ecuador, Venezuela, Colombia, Costarica, Panama, Cuba, Perù, Haiti e Messico.