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PALMA DELLE CANARIE: Un miele senza api

Alta sui 15-20 m, la palma delle Canarie ha un fusto robusto che porta un denso ciuffo di foglie in cima, in una chioma di circa 3 m di diametro. Sul tronco sono visibili le cicatrici delle foglie cadute in precedenza. Le foglie sono composte di tipo pennato, suddivise in lacinie che si innestano su un rachide principale, arcuate; pendono numerose dall’apice del tronco per 2-5 m. Piccoli e numerosi, giallo-bruni, i fiori sono riuniti in pannocchie dense e pendenti: le maschili sono lunghe 40-60 cm, le femminili fino a 2 m; la fioritura avviene ad aprile. I frutti bruni, ovoidali, sono lunghi circa 2,5 cm, e raccolti in grappoli: sono alquanto simili ai datteri della Phoenix dactylifera, ma in realtà sono poco commestibili (la polpa è scarsa e sgradevole), e maturano solo se il clima è adatto.

Questa Arecacea è originaria delle isole Canarie: la prima notizia dell’esistenza di palme nelle Canarie fu data proprio da Plinio il Vecchio, narrando la spedizione del re di Numidia Juba II. Oggi la Phoenix canariensis è molto diffusa nelle regioni mediterranee (sin dal XVII secolo), in California e in America Latina, e di recente è stata introdotta in Australia e Sudafrica: non solo viene ampiamente utilizzata come pianta ornamentale in parchi e giardini, ma forma spesso maestose alberature lungo i viali. Ha crescita piuttosto veloce: dalla semina alla formazione del tronco vero e proprio passano circa 6 anni; in seguito, se il terreno e fertile, la crescita può essere di circa un metro all’anno.

La palma delle Canarie non ha solo valore ornamentale: nella sua patria, nei secoli, ha contribuito ad integrare le risorse alimentari delle popolazioni locali, non tanto per i frutti, quanto per la linfa: il “guarapo”, nome locale della linfa fresca, oggi si estrae quasi esclusivamente sull’isola di La Gomera, ove si contano almeno 100.000 esemplari nelle oasi dei calanchi (barrancos). Dalla linfa si ottiene per cottura a fuoco lento un prodotto molto simile al miele, dalla densità e dal colore del caramello, con una resa di 1 litro ogni 10 di guarapo; il suo sapore aromatico trova eccellenti impieghi nella cucina locale, dal semplice accompagnamento nelle macedonie di frutta fresca, a condimento su formaggi freschi o stagionati, al “leche asada” (dolce tipico delle Canarie), al “gofio” (altro dolce tipico ottenuto da una miscela di cereali in proporzioni variabili, che prima di essere macinati vengono tostati), o addirittura come bibita rinfrescante mescolato in acqua, ghiaccio e succo di limone. Viene commercializzato come miele di palma, ma sembra che lo possiate trovare solo alle Canarie, così come le sue preparazioni gastronomiche…

Un tempo questa palme erano diffuse in tutto l’arcipelago, ma oggi, oltre alle coltivazioni a La Gomera, rimangono solo alcune popolazioni relitte, in zone al riparo dall’urbanizzazione, nelle isole di Tenerife, La Palma e Gran Canaria.

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