Cucine d'Europa: la cucina albanese (seconda parte)
Con l’olio di oliva, simbolo del Nostro mare, in Albania si condisce il pesce di mare o di lago, lesso o alla griglia, ma soprattutto si preparano ottime insalate miste di stagione, con cetrioli, cipolle, pomodori, peperoni, melanzane, zucchine, patate. E poi compare l’okra, il frutto dell’Abelmoschus esculentus: la mia amica albanese Myra, da anni in Italia, sostiene che quella sia la verdura di cui qua da noi sente di più la mancanza (si è anche un po’ stupita quando le ho detto che l’okra, o gombo, dicono che sia di origine africana…).
Gli albanesi sono grandi bevitori di the e di caffè, fatto alla turca, alla greca (freddo e shakerato), o all’italiana (espresso o cappuccino). Anche per il the ci sono le varianti turche o slave, ma mi è d’obbligo segnalare il tipico the degli albanesi, perché proprio su quelle montagne si raccoglie e si coltiva il “the di montagna”, la Labiata Sideritis syriaca. Peraltro la Albania è uno dei più grandi esportatori di spezie mediterranee: origano, salvia, rosmarino.
Il riso e il pane servono in genere di accompagnamento; fra i vari tipi di pani ce n’è uno fatto con il mais, il Buke Misri, e mangiato sovente con il Kos, il tipico yoghurt albanese a base di latte di capra. Di farina di mais è fatto anche il Ballokume, il tipico dolce preparato per le feste della primavera. E poi ci sono tutti i dolci della tradizione turca e greca, i già citati Baklavà e Kataif, ricchi di melassa e noci sbriciolate, che stiamo imparando a conoscere anche qui in Italia nelle pasticcerie arabe; e accanto ci metto la Hallvà, o Halvà, che alla maniera “macedonica” si fa con la farina di sesamo (Sesamum indicum). Semplicemente deliziosa.