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ACERO CAMPESTRE: La invenzione dell’elicottero

Narra la leggenda che Igor’ Ivanovič Sikorskij, uno degli inventori dell’elicottero, abbia tratto ispirazione vedendo cadere un seme di acero. Sikorskij era un ucraino (allora russo) che studiò a Parigi e in Germania e che divenne cittadino statunitense dopo la Rivoluzione d’Ottobre. Nella sua vita dunque, l’inventore degli elicotteri aveva probabilmente visto diversi aceri, ma quello che secondo me avrebbe potuto fornirgli la migliore fonte di ispirazione era l’acero campestre: le sue samare, ossia i suoi frutti alati, sono molto allargate, e dunque le più simili alle pale di tale velivolo; inoltre è un acero molto comune. L’Acer campestre vive infatti sui rilievi collinari e montani in gran parte dell’Europa ed anche in Asia occidentale.

Tipico rappresentante del bosco misto di latifoglie, l’acero campestre è un modesto albero, a volte solo arbusto, a portamento irregolare e molto ramificato, a formare una chioma larga e rotonda; la corteccia è grigio-bruna. Le foglie sono a nervature palmate, con lamina a 5 lobi ad apice ottuso, verde scuro sopra e più chiaro sotto. I fiori sono raggruppati in infiorescenze giallo-verdognole, a 10-20 per volta. Il frutto è una doppia samara (frutto alato) a sfumature rossicce, con le due parti alate disposte secondo un angolo quasi piatto (che insieme alle foglie costituisce il suo carattere distintivo): in questo modo, le samare volano lontano dalla pianta madre.

L’acero campestre, che ha bisogno di terreni sabbiosi e argillosi e luoghi soleggiati e ariosi, ha un modesto impiego in falegnameria, ad esempio per la produzione di piccoli oggetti (compresi gli strumenti musicali), ma in genere si usa come combustibile. Un tempo era impiegato per la formazione di siepi o come tutore alle viti. Un certo interesse medico ha la corteccia, il cui decotto ha proprietà anticoagulanti e antiinfiammatorie.

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