Il Calamus rotang è una specie inserita nella famiglia delle palme, ma fra tutte è quella che meno assomiglia al concetto che abbiamo di palma: è un rampicante. A differenza delle altre Arecaceae, non possiede uno stipite eretto sormontato da un ciuffo di foglie apicali, bensì fusti sottili, flessibili e lunghissimi, che agganciandosi ai rami degli altri alberi raggiungono la sommità delle chiome. L’ancoraggio è reso possibile dai cirri (appendici filiformi delle foglie) e dalle spine che si trovano numerose lungo la rachide e la guaina fogliare. I fusti sono decisamente sottili, da 1/2 a 5 cm, ma possono essere straordinariamente lunghi: in media 60-90 m, possono superare i 100. Essi sono spesso privi di foglie sotto le chiome degli alberi e corrono nudi nel fitto della foresta. Ad intervalli regolari, lungo i fusti ascendenti, compaiono le foglie pennate, lunghe dai 60 agli 80 cm, alterne; sono formate da segmenti lineari-lanceolati, di 15-30 cm, dotati di due file di spine nella pagina superiore. Anche la guaina e il sottile picciolo possiedono spine biancastre che fungono da sostegno e da ancoraggio. Sia le infiorescenze maschili che quelli femminili, poste su piante diverse (è specie dioica), sono avvolte da una spata spinosa. I frutti sono globosi con apice appuntito, ricoperti da scaglie scure disposte in 21 serie, e contenenti semi piatti.
Il Calamus rotang dovrebbe essere originario della Penisola indiana nel suo lato orientale, ma ormai si è diffuso in pressoché tutto il Sud-est asiatico, dove, insieme ad altre specie simili, talora endemiche e sempre chiamate rattan, sono alla base di molte economie locali (Sumatra, Mindanao, Penang).