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CARIOFILLATA DEI RIVI: Una utile rivale

Non avevo mai fatto caso che la parola “rivale” derivasse proprio da “riva”, ossia la sponda del torrente lungo la quale ci si contendeva la risorsa acqua: chi abitava sulla riva opposta era dunque il “rivale”, cioè l’avversario, il concorrente, il nemico con il quale competere.

In botanica, l’aggettivo “rivalis”, con il significato originario di “abitante delle rive”, è piuttosto frequente. Geum rivale è ad esempio il nome specifico della cariofillata dei rivi, una simpatica Rosacea, parente di fragole e potentille, il cui habitat ideale sono i luoghi freschi e umidi, le forre, le rive di ruscelli, i bordi delle paludi e degli stagni, dal substrato ricco di humus. È frequente sia in Eurasia che in Nordamerica, in ambienti temperati.

La cariofillata dei rivi è pianta perenne, dal corto e tozzo rizoma; il fusto (20-100 cm) è tomentoso in alto, rossastro e un po’ ramoso. Le foglie basali sono lirato-pennatosette (8-13 cm), con segmenti acutamente inciso-dentati, e quello terminale più grande; le foglie cauline sono più o meno tripartite e dotate di piccole stipole, e anch’esse dal margine dentato. I fiori, raggruppati in infiorescenze pendule, hanno calice a sepali pelosi bruno-violetti, e corolla campanulata a 5-6 petali obovato-smarginati, lunghi pressappoco quanto i sepali, giallo-rossicci, venati all’esterno di porpora. I frutti sono composti da acheni uncinati, riuniti in una infruttescenza.

Lungi dall’essere una nostra rivale, la cariofillata dei rivi è invece una preziosa amica: una volta essiccato e ridotto in polvere, il suo rizoma mostra una forte azione astringente, antidiarroica ed antiemorragica; ha inoltre proprietà digestive, antinfiammatorie e febbrifughe. In Nordamerica, tradizionalmente, con le radici polverissate si fanno infusioni dal gradevole gusto di cacao, per cui la specie è indicata anche con il nome di “cioccolata indiana”.

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