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CARDO DEI LANAIUOLI: Lana per sempre

Baienfurt è una piccola città tedesca, situata nel Baden-Württemberg (distretto di Tubinga), a pochi chilometri da Regensburg, l’antica Ratisbona; nel suo stemma compare – riconoscibilissimo – il capolino terminale del cardo dei lanaiuoli, il Dipsacus fullonum. Non solo: alcune statue in bronzo, poste nei pressi del Kardelmuseum, raccontano della raccolta e degli usi di questa specie, la cui funzione fu per secoli, prima della industrializzazione, quella appunto di “cardare” la lana.

Si tratta dunque di un bell’omaggio al cardo dei lanaiuoli, che in realtà non è un vero cardo (famiglia Asteraceae), bensì una Caprifoliacea (o Dipsacacea). Specie erbacea biennale, alta oltre 1 m alla fioritura, ha il fusto eretto provvisto di dure spine. Le foglie sono lanceolate a margine seghettato (le superiori intero), con la base abbracciante il fusto. Ha una compatta infiorescenza ovoidale, dotata di numerose brattee acute sporgenti (che poi sono quelle utili a “cardare” la lana). I numerosi piccoli fiori tubulari a corolla violetta, dal lobo superiore più sviluppato degli altri tre, fioriscono (e fruttificano) in modo graduale, procedendo dall’equatore verso i poli opposti. I frutti sono piccoli acheni di forma allungata. Il cardo dei lanaiuoli abita i prati sassosi, aridi e assolati, di pressoché tutta Europa, spingendosi fino alle altre coste mediterranee di Africa ed Asia.

Legato da sempre all’industria tessile della lana, il cardo dei lanaiuoli fu in effetti coltivato già in età classica in piccolissimi appezzamenti sulle coste del Mediterraneo.

Ed è anche officinale: la pianta, ricca in sali minerali, in particolare di potassio, acido salicilico, tannini e glucosidi, ha discrete proprietà sudorifere, aperitive, diuretiche e depurative. Contro artrite, reumatismi, gotta e obesità, i suoi glucosidi stimolano l’eliminazione dei liquidi e delle tossine attraverso urina e sudore.

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