Le scelte dei giardinieri comunali della mia città si orientano spesso, nel realizzare siepi e bordure, verso un arbusto sempreverde dalla chioma rotondeggiante, che fiorisce molto presto, e ci fa già pensare alla primavera quando ancora è Carnevale. È il viburno tino, chiamato anche laurotino o a volte soltanto tino, una Adoxacea dal nome latino di Viburnum tinus.
Sul piano strettamente ecologico, si tratta di una buona scelta, visto che abbonda sui rilievi intorno a Genova; in Natura infatti è abbastanza diffuso nelle leccete (del cui corteggio floristico fanno parte) e nei boschi termofili e le radure dell’area mediterranea, prevalentemente nel settore occidentale. In pratica, è stato rimesso al posto giusto.
I frutti di questa specie sono tossici per la presenza di una resina amara detta viburnina, e in passato venivano usati, con una certa precauzione, per curare l’idropsia. Il legno del tino, duro e compatto, si adoperava anche per intarsi e oggetti di artigianato.