Piante in viaggio

 

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FICO ELASTICO: Il nostro caucciù da appartamento

Quando si viaggia, capita di incrociare piante che conosciamo molto bene, ma che non riconosciamo immediatamente; quando poi capiamo di che specie si tratta, di solito ci giudichiamo piuttosto stupidi. In tutti i casi fa sempre una certa impressione vedere, nelle loro condizioni naturali, a quanto possano giungere le dimensioni di una pianta che siamo abituati a conoscere in vaso, in un angolo ombroso del nostro appartamento: ne è un esempio il fico elastico (Ficus elastica) che, nelle sue terre di origine, cioè in Asia tropicale, è un albero che può superare i 30 metri…

Così come credo che raramente nei nostri parchi potremmo mai vederne le numerose radici pensili, che in Natura, dopo aver toccato il suolo, si interrano e svolgono la funzione di fusti ausiliari. Ciò che resta più o meno invariato nei nostri esemplari domestici o da giardino sono le dimensioni delle foglie, grandi, ovate e appuntite, di consistenza coriacea, portate da un robusto picciolo; la lamina, di un bel verde scuro lucido, presenta le due metà rialzate e disposte ad angolo rispetto alla nervatura centrale; il loro germoglio è ricoperto da una brattea protettiva di colore rosso o rosa, che diventa verde man mano che si sviluppa; alcune varietà, come la var. decora e la var. variegata, hanno foglie screziate di giallo. I fichi prodotti sono piccoli, ovoidali, giallo-verdi talora puntegiati di scuro e tipicamente disposti a coppie.

Il nome di fico elastico ci porta immediatamente a pensare al suo utilizzo, molto diffuso nel XIX e XX secolo, come pianta produttrice di un lattice bianco e gommoso, paragonabile a quello del vero caucciù, la Hevea brasiliensis. Con l’avvento delle gomme sintetiche, il suo sfruttamento industriale crollò in breve tempo, ma talvolta l’epiteto di albero della gomma è rimasto a questa Moracea.

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