Secondo la letteratura greca antica, il Parnaso era una regione montuosa dove la Natura dava il meglio di sé, e nel Settecento divenne di moda, presso le corti europee, riferirsi al Parnaso come al luogo di grazia, di armonia e di bellezza per eccellenza.
Il Parnaso, o Parnasso, è oggi facilmente identificabile in una serie di rilievi del Peloponneso settentrionale. Viceversa, abbiamo fatto un po’ di fatica, noi umani, a collocare esattamente la Parnassia palustris (il cui nome deriva appunto dal Parnaso), nella sua famiglia di appartenenza, che oggi è quella delle Celastraceae, ma prima si preferiva inserire questa specie fra le Grossulariaceae, o addirittura in una famiglia a sé, quella delle Parnassiaceae. Evidentemente, studi genetici più approfonditi e sicuri hanno sciolto gli ultimi dubbi.
Non si fa invece fatica a collocare questa bella pianta erbacea nel suo habitat preferito, suggeritoci già dal nome: la palude. La parnassia ha infatti una ampia distribuzione nelle regioni temperate del continente eurasiatico, dove popola gli stagni, le paludi, le torbiere e i prati periodicamente allagati.
La parnassia è pianta astringente, oftalmica, vulneraria, diuretica, sedativa, tonica. In passato veniva usata dalla medicina popolare in tisana come astringente e diuretico, e per impacchi contro le infezioni oculari. Nonostante un certo valore decorativo, la parnassia ha poco successo presso i giardinieri.