Piante in viaggio

 

 Storie verdi

 

Il mistero della pianta scomparsa

Episodio: il silfio

Con il nome di silfio (silphium), i Greci e i Romani chiamavano diverse piante, fra cui la più celebre ed apprezzata era il silfio di Cirenaica. Secondo i cronisti dell’epoca, si tratta di una pianta improvvisamente, e misteriosamente, scomparsa. Per i Greci era nota anche come silfio di Battos, il mitico personaggio fondatore di Cirene; per i Romani era invece il laserpicium, o laser, nome che poi sarà usato in parte per il suo sostituto, il “laser foetidum”, oggi assafetida (Ferula assa-foetida). È interessante annotare che commercialmente il succo del silfio era identificato con il termine di “opos”, il succo per eccellenza. E come tutte le cose preziose, anche il silfio di Battos aveva le sue sofisticazioni, ottenute con gli altri Silphium, provenienti a seconda dei casi dalla Siria, dalla Media, dalla Battria, addiruttura dall’India. Ma nessuno valeva quanto il silfio che arrivava dalla Cirenaica, la regione che oggi coincide con la Libia orientale, di cui Bengasi è il capoluogo.

Su alcune antiche monete della Cirenaica, compare la immagine del silfio; l’addetto alla raccolta della preziosa pianta era detto silfioforo. Sulla famosa coppa di Arcesilao è raffigurata la pesatura del silfio, evidentemente grande fonte di ricchezza per Cirene, alla presenza stessa di Arkesilas II, re di Cirene tra il 570 e il 565 a.C; e i servi che gridano i pesi e gli animali esotici che circondano il sovrano sottolineano la importanza dell’evento.

Da quello che vediamo, possiamo capire che il silfio era quasi certamente un’Ombrellifera, simile ad un grosso sedano, con le foglie opposte e l’infiorescenza subsferica come quella della angelica.

Del silfio si sono occupati i più grandi eruditi dell’epoca: Teofrasto narra che il silfio appare per la prima volta nel mitico Giardino delle Esperidi sette anni prima della fondazione della città di Cirene (630 a.C.). Il dato fa supporre che il silfio sia giunto sulle coste del Mediterraneo dall’interno dell’Africa, forse addirittura dalla fascia subsahariana. Erodoto e lo stesso Teofrasto affermano di averlo visto crescere a pochi metri dal mare, ma c’è una testimonianza successiva di Posidonio, un seguace di Strabone, che lo colloca invece nelle oasi libiche. E molti altri aggiungono che i predoni del deserto non avrebbero fatto mancare il loro apporto nel tenere alto il prezzo del silfio…

Quello che è certo è che il silfio non era facile da coltivare, e i tentativi di coltivarlo fuori dai confini della Cirenaica andarono falliti (si tentò ad esempio di impiantarlo in Peloponneso).

Scomparve dunque per eccesso di raccolta? Possiamo considerare il silfio la prima pianta estinta per troppa antropizzazione? E in qualche modo, la desertificazione progressiva del Sahara potrebbe avere un collegamento con la sua scomparsa? O fu soltanto colpa della avidità umana, come sosteneva Plinio?

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