Piante in viaggio

 

 Piante in tema

 

Verdi stendardi

Tema (arte varia): le piante sulle bandiere

L’intrigante sito www.compagniadelgiardinaggio.it mi suggerisce una riflessione sulle specie botaniche raffigurate sulle bandiere di diversi Stati del mondo. Si tratta sempre di piante in primo piano nella storia economica, religiosa e culturale di quei Paesi, ma non sempre tali specie sono originarie del luogo di cui sono diventate il simbolo. In altre parole: ci sono piante che da quelle terre hanno iniziato a viaggiare per il mondo, e ci sono piante che in quei Paesi ci sono invece arrivate partendo da lontano, e ne sono diventate col tempo protagoniste nell’economia, nel paesaggio agricolo, nei costumi alimentari. E alcune non ci sono neppure arrivate: l’alloro per il Guatemala o per il Salvador non è una pianta reale, ma solo un simbolo ereditato dalla dominazione spagnola; così come l’olivo, che insieme all’alloro è raffigurato sulla bandiera della Repubblica dominicana, non è certamente mai sbarcato nel clima tropicale umido dei Caraibi.

Fra le piante del primo gruppo, che segnano invece l’identità di una nazione, non possiamo non citare l’acero da zucchero (Acer saccharum), la cui foglia campeggia sulla bandiera del Canada, né il cedro del Libano (Cedrus libani), che appare stilizzato sul gonfalone dello Stato Levantino. Su stemmi e stendardi di nobili famiglie arabe, più o meno riconoscibile è la palma da datteri (Phoenix dactylifera), ma mi sono accorto che, in realtà, in nessuna bandiera di Stato sovrano arabo compare quella palma, simbolo del deserto.

Sulla bandiera dello stato indiano avrebbe potuto – e forse dovuto - esserci il loto (Nelumbo nucifera), il fiore sacro dell’Induismo e del Buddhismo, ma ad esso fu preferita la altrettanto simbolica ruota del Dharma.

Sulla bandiera dell’Eritrea un triangolo rosso accoglie l’immagine stilizzata in oro di una pianta di ibisco, circondata da due fronde di olivo: è probabile che si tratti del karkadé (Hibiscus sabdariffa), originario appunto del Corno d’Africa, e in generale del Sahel.

Con un po’ di attenzione, si nota che nella bandiera del Messico, il mitico uccello che uccide il serpente poggia le zampe sulle pale del fico d’India, la Opuntia ficus-indica.

Non tutti però sanno riconoscere nella bandiera di Vanuatu, staterello polinesiano, due foglie di namele incrociate… perché non tutti sono tenuti a sapere che cosa è il namele, vale a dire la Cycas circinalis, una cicade che fornisce agli abitanti dell’isola una farina simile al sago (che viene invece da una palma indonesiana, il Metroxylon sagu).

Il mogano (Swietenia mahagoni) campeggia sulla bandiera del Belize, quello che un tempo era l’Honduras britannico. I due personaggi ai lati del pregiato albero dimostrano che gli esemplari di mogano vanno tagliati con la scure e poi trasportati in canoa usando la pagaia. In una bandiera c’è già tutta una economia…

Nel secondo gruppo consideriamo le piante che, pur non essendo autoctone, hanno un ruolo decisivo nella storia economica di quel Paese. Non sorprende ad esempio che sulla bandiera della Birmania sia raffigurato il riso (originario della Cina), la principale fonte alimentare degli Stati tropicali dell’Asia e non solo. È curioso invece che sulla bandiera di una delle Antille, l’isola di Grenada, si noti, alquanto stilizzato, il frutto della Myristica fragrans, ossia la noce moscata, che viene dalle Molucche, cioè dalla Indonesia. D’altra parte, la noce moscata è una voce fondamentale nell’export di Grenada.

Altro salto di continente è stato fatto dalla Ceiba pentandra, un albero di origini sudamericane ma assai coltivato in Africa per la pregiata fibra che si ricava dai frutti, conosciuta come kapok: lo ritroviamo sulla bandiera della Guinea Equatoriale, dall’altra parte dell’Atlantico.

E che cosa ci fa l’albero del pane (Artocarpus altilis) vicino ad un lama, nella bandiera della Bolivia? Si tratta di una forma di gratitudine, per aver sfamato i molti schiavi che in passato lavoravano nelle piantagioni di quel Paese. E pensare che l’albero del pane è una pianta polinesiana, diffusa in tutte le isole del Pacifico, e la Bolivia non ha neppure uno sbocco sul mare…

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