Piante in viaggio

 

 Le protagoniste

 

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SOLDANELLA DELLE SABBIE: Sulle antiche spiagge

Tempo fa, per il sito della Provincia di Genova, avevo raccontato di come lungo la Riviera ligure e genovese non ci fossero ormai più tracce delle vegetazioni che un tempo popolavano i nostri litorali, ed usavo queste parole: “Si trattava comunque di una vegetazione altamente specializzata, spesso con modificazioni tipiche di piante di zone aride (pur essendo molta, l’acqua è salata, e non può essere facilmente assorbita dalle membrane cellulari). Quelle spiagge sabbiose erano dunque un tempo abbellite da specie come la soldanella delle sabbie, il giglio marittimo (o pancrazio marittimo), e la scilla marina.”

Per fortuna, basta spostarsi un poco più in là, a sud delle foci del Magra, che fra le dune sabbiose occhieggia ancora il fiore della Convolvulacea Calystegia soldanella, chiamata indifferentemente soldanella delle sabbie o convolvolo delle sabbie.

Ed è lungo i litorali sabbiosi di buona parte del mondo, purché non troppo alterati dalla pressione antropica, che possiamo appunto ritrovare questa pianta erbacea perenne, dal lungo rizoma stolonifero immerso profondamente nella sabbia alla ricerca di umidità. Il suo fusto prostrato, lungo fino a mezzo metro, spesso ricoperto dalla sabbia, emerge solo verso l’apice, mostrandoci le foglie ed il suo fusto fiorale. Le foglie lungamente picciolate, di consistenza carnosa, hanno lamina reniforme più larga che lunga, e margine liscio o crenulato (e assomigliano a monetine, da cui il nome di “soldanella”). I fiori, peduncolati, sono grandi e vistosi (ma durano poco); hanno una corolla ad imbuto color rosa carico, con 5 strie longitudinali più chiare. I frutti sono capsule ovoidali, ciascuno con 4 semi ricurvi.

Come in pratica tutte le piante di dune costiere, anche la Calystegia soldanella è una specie pioniera: grazie al suo apparato radicale trattiene la sabbia, ed il suo fusto fiorale riemerge tenacemente in superficie anche quando viene ricoperta dai granelli spostati dal vento, per offrirci il suo bel fiore rosa.

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