“Ha il cilindro per cappello - due diamanti per gemelli - un bastone di cristallo - la gardenia nell’occhiello...” Se questo articolo avesse la colonna sonora, sentireste di sottofondo la celebre canzone di Domenico Modugno, e la vostra mente evocherebbe l’uomo in frac con la sua gardenia nell’occhiello.
Le gardenie appartengono alla stessa famiglia del caffè, quella delle Rubiaceae – e in certe immagini, la pianta del caffè (Coffea arabica), assomiglia in effetti a una gardenia. Il genere, originario delle regioni tropicali dell’Asia e dell’Africa del Sud, comprende circa 250 specie; la più diffusa fra i cultori del giardinaggio è la Gardenia jasminoides, che ci arriva dalla Cina meridionale, dal VietNam del nord, da Taiwan e dal Giappone.
Il profumo e la bellezza della gardenia hanno da tempo suscitato l’interesse dei floricultori, compresi quelli delle regioni di origine: possiamo citare le varietà a “fiore doppio”, con stami petaloidi (ossia con funzioni di petali), quali la “August Beauty”, la “Florida” e la “Fortuniani”, la “Variegata” a foglie screziate, ma ne esistono anche varietà nane (la “Radicans”), oppure arboree (la “Mistery”, usata addirittura come pianta da ombreggiatura).
Oggi, anche se è caduto in disuso il vezzo di portare un fiore all’occhiello della giacca, la gardenia resta uno dei fiori più apprezzati in giardinaggio così come in profumeria: l’essenza dei suoi fiori è in effetti molto pregiata, e in Cina esistono dei the aromatizzati alla gardenia.
Meno ovvi e diffusi sono gli altri usi della gardenia. La specie è infatti anche medicinale: si usano le radici contro il mal di testa, la febbre e i disturbi nervosi; le foglie come antinfiammatorio; i frutti contro l’itterizia e le malattie polmonari. E infine, in Giappone, l’estratto dei frutti di gardenia si usa come colorante giallo per alcuni cibi, come il pesce, i legumi, i dolci, le uova di pesce.