Nel parco urbano vicino a casa mia, i giardinieri del Comune hanno messo da qualche anno un arbusto dalle bacche coloratissime, che somigliano molto a pomodori ciliegini. Che a nessuno venga però in mente di servirsene in insalata, perchè non si tratta della specie botanica Solanum lycopersicum, che è il pomodoro, bensì del Solanum pseudocapsicum, noto anche come ciliegia di Gerusalemme. E quelle bacche non sono affatto commestibili, anzi risultano un po’ tossiche: il veleno contenuto nel frutto della ciliegia di Gerusalemme è dato soprattutto da solanocapsina, un alcaloide simile alla atropina e alla solanina, ma di minor effetto letale (al massimo procura vomito, coliche e gastroenteriti, il che non è piacevole comunque).
Non conosco il motivo per cui questa specie viene chiamata dagli anglossassoni ciliegia di Gerusalemme. Qualche solerte Gesuita, probabilmente, si sarà affrettato a dare un nome di ispirazione biblica a questa specie originaria di tutta l’America Latina a clima tropicale umido (vegeta spontanea dal Messico meridionale fino all’Argentina del Nord…) Mi piace viceversa di più l’appellativo di “piccola mela dell’amore”, la “manzanita de amor” degli ispanici: si intona meglio all’atmosfera romantica dei parchi urbani, popolati da coppiette ansiose di tenerezze...