Piante in viaggio

 

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FAGGIO: Il riposo dei pastori

“Tityre, tu patulae recubans sub tegmine fagi”: una delle più importanti opere poetiche dell’antichità inizia raccontandoci di due pastori che riposano all’ombra di un grande faggio. Nelle sue Bucoliche, Virgilio inizia così a descriverci la vita pastorale e il rapporto armonico dell’Uomo con la Natura offrendoci l’immagine rasserenante di un albero, il Fagus sylvatica.

Il faggio è un bell’albero alto sino 30 m, con portamento regolare e chioma ampia e densa: “ramosa fagus” lo dicevano appunto i Latini. Il tronco ed i rami sono ricoperti da una corteccia liscia e di colore grigio-ferro, spesso ornata da licheni. Le foglie hanno lamina ovato-ellittica, arrotondata alla base, e ondulata ai margini; hanno colore verde scuro lucido sopra, verde pallido sotto, dove si evidenziano le nervature pelose (specialmente da giovani); il faggio è albero caducifoglio, e le foglie nascono ogni anno da caratteristiche gemme sottili e affusolate, bruno rossicce. I fiori maschili sono raggruppati in brevi amenti globosi, penduli; quelli femminili sono a coppie, e dotati di picciolo. I frutti legnosi, detti faggiole, nella struttura simili a ghiande, sono protetti da una cupola a tre-quattro valve, molto rigida e ornata di brevi aculei, non pungenti.

Il faggio ama terreni argillosi e clima costantemente umido, e rifugge da temperature troppo basse; per queste sue esigenze è molto frequente sui rilievi dell’Europa centrale e meridionale, dove si registra un clima piovoso di tipo oceanico.

È un bell’albero ornamentale, usato spesso in parchi ed giardini: gli orticultori ne hanno prodotto molte varietà, puntando di volta in volta sulle dimensioni ed il portamento (cv. tortuosa, cv. cocleata) o sul fogliame (cv. Dawyck Gold, cv. Dawyck Purple, cv. laciniata, cv. grandidentata). Particolarmente diffusa è la forma “purpurea”, dalla chioma rosso violacea per tutta la stagione; e particolarmente curiosa è la varietà pendula, con i rami principali orizzontali e i rami secondari penduli, a cascata: sembra quasi un tentativo di imitare il salice piangente...

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