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CIPRESSO: Alti e schietti

Il cipresso è patrimonio delle più antiche civiltà del mar Mediterraneo, nel cui distretto orientale questa Conifera vegeta allo stato spontaneo. Da quell’area il cipresso giunse in Italia in epoca molto antica: e mi piace pensare che siano stati gli Etruschi, più che i Fenici, a decidere di abbellire il territorio dell’Etruria e dell’alto Lazio con questo bell’albero ornamentale. L’origine degli Etruschi è controversa, ed una delle ipotesi è comunque quella di una loro provenienza dalla Lidia, in Asia minore, proprio dove si colloca l’area naturale del cipresso (Asia minore, Creta, Rodi, Cipro, Siria).

Nell’iconografia ormai classica del paesaggio collinare italiano, la sagoma di questi alberi “alti e schietti”, come li definiva il Carducci, non manca mai. Più che per questioni estetiche, il cipresso fu comunque utilizzato, come si fa ancora adesso, per segnare i confini delle proprietà terriere. È improprio pensare che il suo successo sia legato ad un uso cimiteriale, con la spiegazione che il suo apparato radicale poco ramicato non disturberebbe le salme tumulate.

Il Cupressus sempervirens è un albero alto fino a 20-30 m, slanciato, a tronco diritto e colonnare, molto ramoso fino dal basso; il portamento è affusolato. I rami formano una chioma densa, e appuntita, sempreverde come indica il nome; esiste anche una varietà “horizontalis” con la chioma più allargata e meno compatta: quest’ultima varietà è preferita in lignicoltura, perché produce un legno più compatto. La corteccia, di colore grigio-cinereo, si sfalda in scaglie longitudinali. Più che foglie, possiede fini squame triangolari, di colore verde scuro, appressate ai piccoli rami, sovrapposte fittamente l’una all’altra. È specie monoica, con fiori maschili e femminili sullo stesso individuo; quelli maschili sono riuniti in “amenti” solitari, piccoli, ma con abbondante polline; quelli femminili sono racchiusi in formazioni dette “strobili”. I frutti, detti “galbule”, possono essere considerati come delle pigne rotondeggianti; dapprima verdi, poi bruno-grigiastri, sono costituiti da una decina di squame pentagonali. I semi piccoli, di colore rossiccio, forniti di una stretta ala, maturano entro l’anno.

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