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ALBERO DEL THE: Ultimi arrivi dall'Australia

Quando ancora si usavano le pellicole fotografiche, capitava qualche volta di perdere i rullini, o semplicemente di non agganciare la pellicola. A me è capitato purtroppo durante una escursione ad un’isola della barriera corallina australiana: ero molto contento di aver fotografato, fra le altre cose, l’albero del the nel suo habitat naturale, prima di accorgermi che quei 36 scatti sarebbero rimasti solo nella mia memoria visiva... non avevo agganciato correttamente la pellicola.

Fra quei 36 scatti ci sarebbero state le immagini dell’albero del the, la Melaleuca alternifolia, che vive allo stato spontaneo nelle zone umide e pantanose del Continente Nuovissimo, nella sua porzione orientale. È dunque australiana esattamente come gli eucalipti, con i quali condivide la famiglia (Myrtaceae).

Si presenta come un alto arbusto dalla corteccia di consistenza cartacea, con foglie semplici, strette ed allungate, sulla cui superficie si notano bene sia la venatura centrale che numerose ghiandole ricche d’olio aromatico. Possiede dense infiorescenze di piccoli fiori bianchi, con numerosi stami intorno al pistillo centrale. I frutti sono piccoli e duri, fatti un po’ a coppa, con un buco al centro di 2 mm di apertura; da lì fuoriescono i leggerissimi e minuscoli semi scuri, per essere dispersi dal vento.

Sebbene già nota agli Aborigeni australiani, che ne sminuzzavano le foglie applicandole direttamente alla parte interessata, per noi Occidentali l’uso medicinale di questa specie è assai recente: oggi il principale prodotto della Melaleuca alternifolia è l’olio, commercializzato un po’ in tutto il mondo, Italia compresa, come “tea tree oil”. L’olio essenziale estratto dalle foglie ha in effetti un forte potere batteriostatico, antivirale ed antimicotico, ed è sorprendentemente efficace nel caso di herpes labiale; va applicato anche su ferite a rischio di suppurazione, e contro le punture di insetto. Funziona da collutorio contro gengivite ed afta, e per sciacqui in caso di tonsilliti e sinusiti. Il consiglio è comunque quello di non applicarlo puro, ma diluito in acqua. Ha anche un notevole impiego nell’industria dei profumi e dei cosmetici (lo shampoo al “tea tree oil” sembra formidabile contro i pidocchi), nonché in aromaterapia.

Nota: sembra che il nome di questa pianta sia stato suggerito proprio dal Capitano Cook, che ne individuò la possibilità di prepararne infusi, alla stregua del the. Ma per precauzione è meglio comunque evitarne la ingestione.

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