Nella mia testa, non riuscivo a chiamarla Ho Chi Minh, per me era Saigon, la città che tanto aveva contribuito a formare la mia percezione della guerra, assurda come tutte le guerre ma stavolta diversa. Furono tante le cose che mi colpirono, compresa l’assenza di conseguenze della guerra sugli edifici (avevo già visto ben altro, su al nord...): Saigon era una città viva e vitale, piena di cantieri stradali ed edilizi, di aree verdi ben curate, di ristoranti, di mercatini e di negozi. Fra questi ultimi, i molti negozi di oggetti di legno laccato, pazientemente lavorato con intagli di madreperla.
Diffuso in Cina meridionale, Giappone ed Indocina, questo parente del sommacco ha avuto successo nel mondo come pianta ornamentale, grazie alle splendide colorazioni rosso scarlatto che la chioma assume in autunno, prima di perdere le foglie. Si tratta di un piccolo albero (dai 3 agli 8 m), dalle foglie composte, imparipennate, piuttosto grandi. Ha piccoli fiori bianchicci o giallo-verdastri, disposti in folti grappoli, al termine dei rametti, che producono frutti altrettanto piccoli (sul cm), rotondi, bruno chiari, contenenti un solo seme.
Il colorante si ottiene dalla resina, contenuta soprattutto nei frutti, estratta per pressione e riscaldamento, o anche mediante solventi. È nota in commercio anche come “cera giapponese” (Japan wax), ed impiegata nella fabbricazione di candele. Inizia ad avere un certo successo nel campo della produzione del biodiesel.