Piante in viaggio

 

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CANNUCCIA: La pianta della divisione

Nell’archivio delle mie schede botaniche, penso che, nel dossier sulla cannuccia, la voce “coltivazione” resterà vuota... non credo che qualcuno si sia mai preso la briga di coltivare (di raccoglierla sì, e senza troppa fatica) la cannuccia, quella Phragmites australis abbondante in tutti i terreni perennemente allagati, stagni, paludi e fiumi a lento corso un po’ di tutti continenti.

Questa specie subcosmopolita è tecnicamente una geofita, dotata cioè di un organo di svernamento sotterraneo: il suo rizoma si sviluppa in orizzontale, producendo radici e numerosi stoloni, motivo per cui la cannuccia non si presenta mai da sola, ma sempre in formazioni dense e numerose (in fitosociologia si parla di “fragmiteti”). Il culmo (che sta per “fusto” quando si parla di Graminaceae) varia dai 50 ai 250 cm di altezza, è cavo, eretto e robusto, ma con diametro piuttosto ridotto rispetto ad esempio alla canna (Arundo donax). Le foglie sono strettamente lanceolate, e la pannocchia ricca ma non densa, con spighette in genere da un solo lato, lunghe qualche dm; a loro volta le spighette hanno spesso una sfumatura violacea, e il loro interno è piumoso.

Per spiegare l’uso della cannuccia ci rifacciamo al nome del genere, che deriva dal greco “phragma”, col significato di divisione, separazione: lo ritroviamo anche nella parola “diaframma”, e allude al fatto che la cannuccia si presta a fare recinti e steccati, unendo diversi fusti insieme (è la tecnica del “canniccio”, che un tempo si usava anche nel realizzare le pareti divisorie all’interno delle case). Con i suoi fusti duri e rigidi che persistono in inverno, e le sue foglie coriacee, la cannuccia è dunque il materiale ideale per coperture di tetti, stuoie, graticciate, ceste.

Il suo rizoma, che contiene sostanze amare, sali di potassio e resine, ha proprietà medicinali: funziona da diuretico e sudorifero, febbrifugo e tossifugo. Non dimentichiamo infine il suo valore ecologico e paesaggistico: i fragmiteti offrono rifugio a numerosi uccelli acquatici, ed agiscono sulle acque inquinate assorbendone le impurità.

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