Piante in viaggio

 

 Le protagoniste

 

# A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z

GELSO NERO: Le more dei nostri nonni

Il gelso nero, cioè il Morus nigra, a differenza del gelso bianco (il Morus alba, cinese) è ospite in Europa da molto tempo: originario dell’Asia occidentale, per l’esattezza dalla Persia, è coltivato da antica data nei paesi caldi e temperati dell’Europa centro-meridionale. Presso le prime civiltà del Mediterraneo, il motivo dell’interesse colturale verso questa specie arborea non era legato alla seta, né poteva esserlo, visto che fino a tutto il Medioevo non si conosceva il processo di produzione della pregiata stoffa orientale. Lo era invece per i legno e per il frutto: il legno, duro e resistente, viene tuttora impiegato per la costruzione di attrezzi quali secchi, barili, doghe per botti, oltre che per piccoli lavori da tornio e intarsio. I frutti commestibili del gelso nero erano un tempo usati per produrre vino, e sono ancora oggi consumati sia freschi che per la produzione di marmellate e gelatine. Se vi trovate in Sicilia, patria delle granite, non esitate a provare quella appunto di gelso nero.

La coltivazione di entrambi i gelsi ebbe un notevole impulso quando in Europa si sviluppò l’allevamento dei bachi da seta, il cui alimento è rappresentato dalle foglie; il gelso nero era meno appetito dai bachi, ma anche più resistente alle malattie. È ancora comune in tutto il territorio, ai margini delle strade e nei campi.

Il Morus nigra è un albero deciduo alto fino a 10-15 m, con chioma globosa espansa, densa, verde brillante; il tronco è corto, massiccio, largamente ramificato, con rametti pubescenti; la corteccia è brunastra, screpolata e reticolata, a squame piccole. Le foglie, alterne, sono piuttosto grandi, da ovate a rotonde, cuoriformi alla base, con margine dentato, pagina superiore ruvida, pagina inferiore pubescente. I fiori, che appaiono fra aprile e maggio, sono sia ermafroditi che unisessuali; sono raccolti in amenti cilindrici giallo-verdastri (2-4 cm). I frutti sono piccole drupe di colore nero-violaceo, riunite in infruttescenze ovoidali di 2-2,5 cm (simili nella struttura a more di rovo), talora in piccoli grappoli. Da immaturi i frutti sono aciduli, a maturità diventano dolci e commestibili. Oggi nei supermercati purtroppo non si trovano più, ma i nostri nonni se li ricordano bene.

Ultima annotazione: al gelso nero sono state spesso attribuite proprietà magiche. A lungo è valsa la credenza che, se si portavano sul corpo frutti acerbi, si arrestavano le emorragie dalla bocca, dalle narici, dalle emorroidi e da ferite ancora aperte. Plinio è stato più specifico: “un ramo con i frutti incipienti, colto con la luna piena, a condizione che non abbia toccato terra, e legato come amuleto al braccio delle donne, è un rimedio specifico contro il mestruo sovrabbondante”.

Ultime piante inserite