Nell’area della mia tesi di botanica, sull’appennino genovese, sopra un terreno franoso era stato impiantata una formazione di Quercus rubra, a contenere il dissesto, e che d’autunno si riconosceva bene da lontano: una macchia di rosso fra il resto della vegetazione bruna e le rocce grige. Fu così che conobbi e classificai per la prima volta la quercia rossa, cioè la Fagacea Quercus rubra.
La quercia rossa ha soprattutto una notevole importanza nella selvicoltura produttiva: è infatti uno dei più importanti alberi da legno del Nordamerica. Il suo legno è duro, compatto e resistente, di un colore rosso-bruno; viene impiegato per pavimentazioni, impiallacciature e mobilio. Ed ha una particolarità: è finemente poroso, al punto che del fumo può attraversare da parte a parte una tavola spessa anche qualche cm.
Il suo innegabile valore ornamentale e paesaggistico ha reso questa specie gradita ospite di molti parchi e giardini nel mondo; la sua chioma autunnale è decisamente un bello spettacolo, ma la pianta ha bisogno di un certo spazio e si adatta poco alle alberature stradali, dove spesso le aiuole sono troppo anguste.