Se proprio sarò un giorno costretto a scegliere una dieta dimagrante, penso che opterò per la cosiddetta dieta del pompelmo: a me questo frutto piace molto, specialmente quando lo taglio a metà, lo cospargo di miele e lo mangio scavandolo con un cucchiaino.
Il pompelmo è il Citrus paradisi, letteralmente “cedro del Paradiso”. Come tanti altri agrumi (tutte Rutaceae), si tratta di un ibrido fissato dalla paziente opera dei frutticultori: è probabile che fra i suoi parenti ci siano sia il pomelo (Citrus maxima) che il cedro (Citrus medica), e forse anche il limone (Citrus limon).
Coltivato su grandi estensioni negli Stati Uniti e in Israele (da noi quasi solo in Sicilia), è molto sensibile al freddo, per cui va messo a dimora in posizione particolarmente calda e riparata. Ne esistono diverse varietà, suddivise grosso modo a seconda del colore; all’inizio della sua commercializzazione il pompelmo era giallo, ma in seguito ha iniziato ad affermarsi presso i consumatori il gruppo dei pompelmi rosa, nella polpa come anche nella buccia; queste ultime cultivars tendono a smorzare il gusto acido ed amaro, e ad essere senza semi (come succede ad esempio a certe varianti del mandarino).
Il succo amarognolo, che comunque lo rende gradito anche come bevanda, ha certamente azione digestiva, con effetti simili a quelli dell’ananas; poiché le fibre e le pectine contenute nella polpa formano un gel durante il transito intestinale, viene rallentata l’assimilazione degli alimenti, rendendo così il pompelmo un ottimo coadiuvante nelle diete dimagranti. Viene inoltre indicato per combattere la cellulite, la stitichezza, la colite spastica.