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POMPELMO: Paradiso e dintorni

Se proprio sarò un giorno costretto a scegliere una dieta dimagrante, penso che opterò per la cosiddetta dieta del pompelmo: a me questo frutto piace molto, specialmente quando lo taglio a metà, lo cospargo di miele e lo mangio scavandolo con un cucchiaino.

Il pompelmo è il Citrus paradisi, letteralmente “cedro del Paradiso”. Come tanti altri agrumi (tutte Rutaceae), si tratta di un ibrido fissato dalla paziente opera dei frutticultori: è probabile che fra i suoi parenti ci siano sia il pomelo (Citrus maxima) che il cedro (Citrus medica), e forse anche il limone (Citrus limon).

La pianta di pompelmo è un albero sempreverde alto circa 10 metri, con chioma a cupola, un po’ disordinata nell’aspetto complessivo. Ha foglie persistenti, ovali, piuttosto grandi e non molto consistenti (rispetto ad esempio al limone e all’arancio), di color verde carico; mostrano un picciolo alato, e nel punto di inserzione sul ramo portano una spina flessibile e poco pungente. Rispetto agli altri agrumi, i fiori sono abbastanza grandi (circa 3 cm di diametro), e situati all’ascella delle foglie, isolati o in corimbi; hanno petali di color bianco puro e numerosi stami (20-25). Il frutto, a noi ben noto, è un esperidio dalla forma globosa, più o meno compressa, con un diametro massimo di 15 cm; la buccia di color giallo pallido, talvolta rosata, è spessa e ricca di oli essenziali; la polpa succosa, acidula e amara, ma di sapore gradevole, è divisa in 10-15 spicchi, contenenti alcuni semi rugosi.

Coltivato su grandi estensioni negli Stati Uniti e in Israele (da noi quasi solo in Sicilia), è molto sensibile al freddo, per cui va messo a dimora in posizione particolarmente calda e riparata. Ne esistono diverse varietà, suddivise grosso modo a seconda del colore; all’inizio della sua commercializzazione il pompelmo era giallo, ma in seguito ha iniziato ad affermarsi presso i consumatori il gruppo dei pompelmi rosa, nella polpa come anche nella buccia; queste ultime cultivars tendono a smorzare il gusto acido ed amaro, e ad essere senza semi (come succede ad esempio a certe varianti del mandarino).

Il succo amarognolo, che comunque lo rende gradito anche come bevanda, ha certamente azione digestiva, con effetti simili a quelli dell’ananas; poiché le fibre e le pectine contenute nella polpa formano un gel durante il transito intestinale, viene rallentata l’assimilazione degli alimenti, rendendo così il pompelmo un ottimo coadiuvante nelle diete dimagranti. Viene inoltre indicato per combattere la cellulite, la stitichezza, la colite spastica.

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