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LATTUGA D'ACQUA: Il cavolo invadente

La parola “stolone” indica, in botanica, il prolungamento lungo e sottile che nasce da una gemma posta alla base del fusto principale, striscia sul terreno, e a un certo punto emette nuove radici e nuovi fusti. In questo modo, da una piantina se ne forma un’altra, poi un’altra ancora, e così via, riuscendo a coprire ampie superfici di terreno. Un simile meccanismo di propagazione vegetativa è presente ad esempio in piante a noi molto note, come la fragola e la violetta.

Ci sono piante che riescono a “stolonizzare” anche in acqua, come si vede nella Pistia stratiotes, la cosiddetta “lattuga d’acqua”, commercializzata in tutto il mondo come articolo per acquari, vasche e giardini acquatici. E purtroppo, in certe condizioni ambientali, da questi ambienti la specie sfugge talora al controllo, diventando una invasiva.

La lattuga d’acqua è una pianta perenne acquatica e galleggiante, diffusa in buona parte degli ambienti tropicali sia del Vecchio che del Nuovo mondo, dove predilige le acque stagnanti. In omaggio ad uno dei suoi nomi, cioè “cavolo del Nilo”, optiamo per una sua probabile origine africana. Ma è inserita nella famiglia delle Araceae, non in quella dei cavoli.

Dal breve fusto centrale della Pistia partono tutte le foglie, largamente ovate, ad apice arrotondato, verdi chiaro con nervature parallele e in rilievo; hanno consistenza spugnosa e sono rivestite di una fitta peluria: proprio questi peli si intrecciano a formare piccoli spazi pieni d’aria, adatti per il galleggiamento. Al di sotto della superficie della lattuga d’acqua gli stoloni emettono alcune sottili radici scure (ma bianche in età giovanile), da cui partono radichette ancora più sottili che possono raggiungere gli 80 cm una lunghezza, e che fanno assumere all’apparato radicale un aspetto piumoso. I fiori sono disposti in una infiorescenza centrale a spadice, ma risultano poco visibili, per poi formare piccole bacche verdi con alcuni semi. In genere, negli ambienti dove è diventata una invasiva, è raro osservarne la riproduzione sessuale, mediante la consueta sequenza fiore, frutto e seme: i nuovi individui nascono appunto per stolonizzazione. E lo fanno fin troppo, se addirittura si registrò una eccessiva proliferazione di Pistia persino in climi tutt’altro che tropicali, come in Olanda a sud dell’Aja, nel 1976, o nel lago Erie in Ohio (USA) nel 2002; in entrambi i casi, ci furono problemi sia di tipo ambientale che di intralcio alla navigazione.

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